Sembra essere stata trovata la quadra sulla Manovra 2026 con una nuova stretta alle pensioni e non solo. Giorgetti: “Non mi dimetto”.
Nelle scorse ore sembrava essere saltato definitivamente l’intero pacchetto previdenziale presentato per la Manovra 2026. Ora, invece, al netto di qualche ultimo incidente di percorso, ecco, forse, la quadra con il ministro Giorgetti sotto accusa ma solido al suo posto con nessuna intenzione di dare le dimissioni, per sua stessa ammissione.

Manovra 2026: le novità tra pensioni, tagli e Tfr
Dopo tante tensioni sembra essere stata trovata la quadra per la Manovra 2026. Non si potrà andare in pensione di vecchiaia anticipatamente cumulando gli importi di forme pensionistiche di previdenza complementare. Verrà cancellata, infatti, la possibilità, in vigore dal 2025, di computare, su richiesta, anche il valore di una o più rendite di forme pensionistiche di previdenza complementare per il raggiungimento degli importi mensili richiesti per accedere alla pensione di vecchiaia con almeno 20 anni di contributi e se si è pienamente nel regime contributivo.Non solo. Aumentati ulteriormente i tagli all’anticipo pensionistico per i lavoratori precoci. Incremento di 50 milioni nel 2033 e di 100 milioni dal 2034.
Modifiche anche per quanto concerne il Tfr: aumentano le aziende che dovranno conferire il Tfr al fondo Inps. Nel biennio 2026-2027 quelle che hanno raggiunto i 60 dipendenti dovranno attenersi a questa misura e poi toccherà anche a quelle con 50 dipendenti. Dal 2032 stessa sorte anche per le più piccole con 40 dipendenti.
Altro caso è stato quello relativo al condono per il quale sembra non ci sia stato niente da fare. Nulla di fatto per la proposta sulla sanatoria edilizia del 2003. La proposta di modifica presentata da FdI è stata trasformata in odg. Ci sono, come da attese, anche le risorse per Transizione 5.0, Zes e caro-materiali.
La posizione del ministro Giorgetti
Le discussioni legate alla Manovra hanno portato, invevitabilmente, il ministro dell’Economcia, Giancarlo Giorgetti, sotto la lente di ingrandimento. Su di lui c’è stato un pressing delle opposizioni non indifferente, specie a seguto delle tensioni nella maggioranza. “A me interessa il prodotto finale: lavoriamo per il bene del Paese”, ha fatto sapere ai cronisti che gli hanno domandato se in questi giorni avesse pensato alle dimissioni. “Alle dimissioni ci penso tutte le mattine, sarebbe la cosa più bella da fare…”, ha ironizzato. Ma la risposta è un secco ‘no‘ perché “sono alla mia ventinovesima manovra e so come funzionano le cose”.